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Giuseppe

Come effettuare la valutazione del Rischio da Radon

Giuseppe 2019-03-25 12:40:22


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Richiesta
Come effettuo la valutazione del rischio da Radon?

Risposta
Con il software CerTus-PS è possibile effettuare le valutazioni del rischio "Cancerogeno e Mutageno" o "Biologico" (a seconda delle proprie esigenze), indicando tale sostanza come "sorgente del rischio", e arrivare all'attuazione delle misure preventive e protettive.
--> clicca QUI per vedere come valutare il rischio Biologico
--> clicca QUI per vedere come valutare il rischio Cancerogeno e Mutageno


Ma quello che il Datore di Lavoro deve fare, PRIMA di eseguire la valutazione del rischio da radon, è verificare se nel Luogo di Lavoro in questione è presente o meno tale sostanza (esistono imprese specializzate nell'effettuare tali rilevazioni); una volta appurata la presenza della sostanza, si procede nell'eventuale valutazione del rischio.
- se la sostanza è presente nei Luoghi di Lavoro oggetto di verifica, si allegherà una specifica relazione al DVR e si procederà nella valutazione del rischio
- se la sostanza NON è presente nei Luoghi di Lavoro oggetto di verifica, si allegherà una specifica relazione al DVR con la quale si fa evidenza che è stata condotta l'indigine e che è emersa l'assenza di radon (NON è quindi necessario effettuare la valutazione del rischio)

Cenni alle modalità di eliminazione/riduzione del rischio
Una volta accertata la presenza di Radon, si può diminuirne la pericolosità con una serie di azioni di rimedio:
- depressurizzazione del terreno;
- aerazione degli ambienti;
- aspirazione dell’aria interna specialmente in cantina;
- pressurizzazione dell’edificio;
- ventilazione forzata del vespaio (es. realizzato con l’uso di elementi tipo ‘Iglù’);
- impermeabilizzazione del pavimento;
- sigillatura di crepe e fessure di muri e pavimenti contro terra;
- isolamento di porte comunicanti con le cantine.
Il metodo più efficace ed immediato – anche se provvisorio, ma proprio per questo adatto alle lavorazioni di cantiere – per liberarsi del gas è aerare correttamente i locali: i fori (finestre, porte) devono essere aperti almeno tre volte al giorno per min. 10 minuti, iniziando dai locali posti ai livelli più bassi; la chiusura, invece, deve iniziare dai piani più alti, per limitare l’effetto ‘camino’.



UTILI INDICAZIONI GENERALI
Il radon è un gas naturale (Rn) presente in maniera diffusa e varia sul territorio italiano solitamente montano o vulcanico (oggetto di monitoraggio da parte dell’Istituto Superiore di Sanità attraverso l’Archivio Nazionale Radon) che, decadendo, si attacca al particolato dell’aria e penetra nell’organismo tramite le vie respiratorie.
Le Regioni a maggior rischio di emissione sono Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Lombardia.
Il rischio radon riguarda l’effetto biologico che può indurre a mutazioni genetiche, causando possibili tumori e leucemie.
La presenza di radon è possibile anche in alcune rocce impiegate come materiali in edilizia, come il tufo, la pozzolana e il peperino.
I lavoratori esposti a rischio radon sono soprattutto quelli che svolgono le loro mansioni nel sottosuolo, in cunicoli e galleri, ma anche quelli che si occupano di attività estrattive, raccolta e stoccaggio di materiale abitualmente non considerato radioattivo, ma che può contenere radionuclidi naturali, o lavoratori impiegati in strutture termali. Oltre le dieci ore di presenza mensile, sono compresi anche i lavoratori in luoghi come magazzini, luoghi seminterrati. Sono interessati quindi i luoghi come:
- Locali sotto il livello stradale
- Sotterranei, catacombe
- Cave
- Fungaie
- Miniere
- Terme
- Aerei (radiazione cosmica)
- Industria e depositi di fertilizzanti (fosfati)
- Lavorazione di alcuni minerali (pirocloro e bauxite)
- Lavorazione e deposito di sabbie zirconifere (piastrelle) e materiali refrattari
- Lavorazioni di terre rare, torio
- Produzione di pigmento colorante al biossido di titanio


Il radon è un agente cancerogeno che causa un aumento del rischio di contrarre il tumore polmonare. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), attraverso l'Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro (IARC), ha classificato fin dal 1998 il radon nel Gruppo 1 (IARC Monogrtaphs 43) nel quale sono elencate le sostanze dichiarate cancerogene per l'uomo.

Il radon è un gas inerte ed elettricamente neutro, per cui non reagisce con altre sostanze. Di conseguenza, così come viene inspirato, viene espirato. Tuttavia è anche radioattivo, ossia si trasforma in altri elementi, chiamati prodotti di decadimento del radon o più generalmente "figli". Questi sono elettricamente carichi e si attaccano al particolato presente in aria che può essere inalato e fissarsi sulle superfici dei tessuti polmonari. Gli atomi, così depositati (in particolare due isotopi del polonio, Po-218 e Po-214), sono ancora radioattivi ed emettono radiazioni alfa che possono danneggiare le cellule. I danni prodotti sono generalmente riparati dai meccanismi biologici. In alcuni casi uccidono le cellule, ma esiste anche la possibilità che il danno cellulare sia di tipo degenerativo e che la cellula mantenga la sua capacità di riproduzione entrando a far parte di un processo cancerogeno. Fino ad oggi, anche se ipotizzati, non sono stati dimostrati altri effetti diversi dal tumore polmonare.
E' stata dimostrata una forte correlazione tra radon e consumo di tabacco. Per i fumatori il rischio assoluto di un tumore polmonare causato dal radon viene considerato 15-20 volte superiore rispetto al rischio per i non fumatori.