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User_5923

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Impianto classico (caldaia + terminali) con in aggiunta stufa ad aria a biomassa: in serie o parallelo?

User_5923 2014-11-27 01:26:23

Salve, espongo un mio dubbio.

Nel caso in cui si abbia la presenza di un classico impianto con fluido termovettore acqua (ad es. caldaia a metano + radiatori) e successivamente sia stata installata una stufa ad aria a biomassa (a legna o pellet con potenza superiore a 5 kw), si deve considerare quest'ultima nella redazione dell'APE anche se il fabbisogno è interamente coperto dall'impianto classico?
Questo dubbio sorge dalla constatazione che con una spesa minima per l'acquisto di una stufa a biomassa (acquistabile anche ai grandi magazzini) si possa migliorare la classe energetica di un fabbricato anche se questo presenta un involucro scadente, ottenendo in questo modo un risultato a mio modo di vedere falsato.
Grazie a chi vuole soddisfare questo mio dubbio.

Antonio

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Antonio 2014-12-15 15:22:58

Con l'impianto principale che soddisfa l'intero fabbisogno dell'unità immobiliare probabilmente la presenza della "caldaia a biomassa" è dovuta alle sole esigenze "minime" delle stagioni intermedie.

Volendone tener conto limitatamente alla sola area dell'u.i. nella quale tale caldaia potrebbe avere influenza potrebbe procedere come indicato nella discussione "Percentuale apporti generatori in parallelo" cui si accede mediante il seguente link:
forum.acca.it/IT/termus/id4529/percentuale-apporti-generatori-in-parallelo.html

L'osservazione in merito ai vantaggi ottenibili con il ricorso alle caldaie a biomassa è legittima, tenendo conto che a queste macchine è assegnato un Fattore di Conversione in Energia primaria rinnovabile significativo.
E' anche vero però che in fase di progettazione degli edifici caratterizzati da impianti con biomasse al progettista è contemporaneamente richiesta anche la verifica delle trasmittanze delle varie componenti di involucro affinché si abbia comunque un involucro buono e non scadente.
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